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IDEE E MITI SULL'ADHD

  • Immagine del redattore: Martina Liverani
    Martina Liverani
  • 6 nov 2023
  • Tempo di lettura: 6 min

Cosa c'è di vero in quello che pensa la gente?


L'ADHD rientra nei disturbi del neuroviluppo ed è l’acronimo di Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder, che tradotto sarebbe disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività.


L’ADHD non è una malattia, ma una condizione del cervello; chi ha l’ADHD ha un funzionamento diverso del cervello rispetto a quello “neurotipico”, cioè rispetto al cervello della maggior parte della popolazione.


Sfatare i miti e alcune convinzioni legate all’ADHD, spesso radicate nell’ignoranza, è fondamentale per promuovere la comprensione nei confronti di coloro che vivono con l'ADHD e per garantire loro l'accesso a trattamenti efficaci.


Accettare l'ADHD come una condizione legittima e fornire un sostegno adeguato può aiutare le persone ADHD a gestire i sintomi e a condurre una vita più produttiva e appagante.

1. L'ADHD è una scusa

Una delle idee più sbagliate, ma più comuni sull'ADHD è che chi ne è affetto usi il disturbo come scusa per giustificare la cattiva disciplina, la mancanza di autocontrollo, la poca concentrazione etc…


Tuttavia non è così. L’ADHD è un disturbo neurobiologico con basi genetiche che influisce sul funzionamento del cervello.

L'ADHD è supportato da ricerche scientifiche approfondite che dimostrano differenze nel funzionamento del cervello delle persone con questo disturbo.

Queste differenze possono influenzare la capacità di concentrazione, l'autocontrollo, la gestione delle emozioni etc...


Le persone con ADHD non scelgono di avere questo disturbo. Non è una questione di "cattiva disciplina", ma piuttosto di come il loro cervello elabora le informazioni e le emozioni.


Chi vive con l'ADHD può lottare con attività quotidiane che molte persone danno per scontate, come completare i compiti assegnati, rimanere concentrati per molto tempo, mantenere una routine etc.., ma anche cose ritenute molto più “semplici” come fare una doccia o alzarsi dal letto.

Queste difficoltà non sono dovute a mancanza di volontà, ma a una condizione medica.

L'ADHD può essere gestito in modo efficace con trattamenti appropriati, tra cui terapie e farmaci. Questi trattamenti aiutano a migliorare la concentrazione e a ridurre l'impulsività, consentendo alle persone con ADHD di condurre una vita più produttiva.


Chiarire che l'ADHD non sia una semplice scusa è essenziale per promuovere la comprensione verso coloro che affrontano questa sfida quotidiana da quando sono nati.


2. L'ADHD colpisce solo i bambini


Una delle convinzioni errate più comuni riguardo all'ADHD è che sia una condizione che riguarda esclusivamente i bambini e che scompaia con l'età.


Tuttavia, la realtà è molto diversa.

Molti individui che sono stati diagnosticati con ADHD durante l'infanzia continuano a sperimentare sintomi anche da adulti.


Questo disturbo può evolversi e manifestarsi in modi diversi nell'età adulta, ma non scomparire.

Comprendere questa continuità è cruciale per garantire un supporto adeguato a chi vive con l’ADHD tutta la vita.


3. Le persone con ADHD sono iperattive, incontrollabili


Un altro mito diffuso sull'ADHD è che tutte le persone affette da questa condizione siano costantemente iperattive, incontrollabili e sempre in movimento.

Questo è un fraintendimento, poiché esistono diverse presentazioni dell'ADHD, e l'iperattività è solo uno degli aspetti.


L'ADHD ha tre presentazioni principali:


1. ADHD inattentivo. Caratterizzato da difficoltà di concentrazione, disattenzione, distrazione e problemi nell'organizzazione.


2. ADHD iperattivo-impulsivo. Coinvolge iperattività e impulsività evidenti, ma può avere meno problemi di attenzione.


3. ADHD combinato. Una combinazione di sintomi inattenti, iperattivi e impulsivi.


Anche all'interno di queste presentazioni, i sintomi possono variare notevolmente da persona a persona.


Alcuni individui ADHD possono essere iperattivi, ma molti non lo sono.

Alcuni possono sembrare tranquilli e riflessivi, ma affrontare sfide legate all'attenzione.


Le persone con ADHD possono imparare strategie per gestire i loro sintomi o mascherarli, il che può far sembrare che siano meno "iperattive" o "incontrollabili" di quanto si possa pensare.


È importante sottolineare che l'ADHD è un disturbo con una gamma di sintomi che vanno oltre l'iperattività, e la sua presentazione può variare notevolmente.


4. L'ADHD può essere curato con la forza di volontà


Credere che l'ADHD possa essere superato semplicemente con una maggiore forza di volontà o senza il bisogno di farmaci o trattamenti specifici è un altro mito radicato nell'ignoranza.


L'ADHD ha basi neurobiologiche, con differenze rispetto ai neurotipici nelle strutture e nelle funzioni cerebrali. Queste differenze rendono difficile per le persone con ADHD controllare la loro attenzione, l'impulsività e le emozioni attraverso la sola la forza di volontà.


La gestione dell'ADHD spesso richiede un approccio personalizzato. Ciò può includere una combinazione di strategie di gestione, cambiamenti nello stile di vita, terapie e, in alcuni casi, farmaci.


La soluzione migliore può variare da persona a persona.

L'obiettivo del trattamento dell'ADHD non è solo "curare" la condizione, ma piuttosto migliorare la qualità della vita.

Le persone con ADHD, se ricevono gli aiuti adeguati, possono imparare a sfruttare le loro abilità e a gestire i loro sintomi in modo da avere successo nella vita.

5. L'ADHD non è una condizione reale, ma solo un'invenzione farmaceutica.


Alcune persone credono erroneamente che l'ADHD non sia una condizione medica legittima, ma piuttosto un'invenzione farmaceutica o una moda temporanea.


Tuttavia, ci sono evidenze scientifiche solide che dimostrano che l'ADHD è una condizione reale e complessa.

Numerosi studi scientifici hanno identificato le basi neurobiologiche dell'ADHD, inclusi cambiamenti nella struttura e nella funzione del cervello, nonché alterazioni nei neurotrasmettitori.


Organizzazioni mediche di tutto il mondo, come l'American Psychiatric Association (APA) e l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), riconoscono ufficialmente l'ADHD come una condizione medica legittima e la includono nei loro manuali diagnostici.


Considerare l'ADHD come una "farsa" o una "invenzione" può portare all'isolamento delle persone che vivono con questa condizione. Questo può avere gravi conseguenze sulla loro salute mentale e benessere.


6. Chiunque può fare una diagnosi di ADHD


Un mito che può causare confusione è la convinzione che chiunque, senza la formazione e le qualifiche necessarie, possa fare una diagnosi di ADHD.


Questo non è vero, poiché la diagnosi di ADHD è complessa e richiede un processo rigoroso che coinvolge una valutazione approfondita dei sintomi, della storia medica, del comportamento e dell'ambiente della persona.


Solo un professionista con esperienza può eseguire questa valutazione in modo accurato.

Inoltre i sintomi dell'ADHD possono sovrapporsi a quelli di altre condizioni mediche o psicologiche. Ed è fondamentale che uno specialista sia in grado di distinguere l'ADHD da queste altre condizioni per una diagnosi precisa.

La diagnosi di ADHD richiede la competenza di professionisti specializzati in salute mentale o neuropsichiatria. Non dovrebbe essere effettuata da individui non qualificati, in quanto potrebbe portare a diagnosi errate e a una gestione inadeguata della condizione.


7. Mi riconosco in tutti i tratti ho sicuramente l’ADHD.


È importante riconoscere che molti sintomi associati all'ADHD, come la distrazione, l'impulsività e la difficoltà a mantenere l'attenzione, possono essere parte di esperienze comuni a tutti o anche essere presenti in altre patologie.


Il fatto di riconoscersi nei tratti ADHD non implica necessariamente di essere l'ADHD.


Alcuni sintomi dell'ADHD, come la dimenticanza occasionale o la difficoltà a rimanere concentrati su compiti noiosi, possono essere comuni a molte persone e situazioni. Questi sintomi non sono un indicatore definitivo di ADHD.


Anche le persone senza ADHD possono sperimentare periodi di distrazione o impazienza, specialmente sotto stress o in situazioni particolarmente impegnative.


Alcune condizioni mediche o psicologiche possono presentare sintomi simili a quelli dell'ADHD.


In sintesi, mentre può essere utile riconoscere i sintomi dell'ADHD, è fondamentale evitare l'autodiagnosi e consultare un professionista per una valutazione accurata, poiché molte condizioni possono condividere sintomi simili.


8. Siamo tutti un po’ ADHD


Spesso, sentiamo l'espressione "ma si dai, siamo tutti un po’ adhd" in riferimento a momenti in cui ci sentiamo distratti, impulsivi o inquieti.

E’ assolutamente vero che tutti possono sperimentare questi comportamenti occasionalmente, ma è importante comprendere che l'ADHD è molto più di semplici distrazioni o impulsi occasionali.


L'ADHD è un disturbo neurobiologico complesso che coinvolge sintomi cronici e pervasivi che influiscono sulla vita quotidiana di chi ne è affetto.


Chi vive con l'ADHD lotta con l'attenzione, l'organizzazione, il controllo degli impulsi e la gestione delle emozioni etc… in modo costante, a differenza delle esperienze occasionali che tutti possono provare.


Mentre è normale avere momenti in cui ci sentiamo distratti o impulsivi, queste esperienze sono molto diverse dalle sfide quotidiane che le persone con ADHD affrontano.


Riconoscere questa distinzione è essenziale per evitare di minimizzare la complessità del disturbo e per promuovere una comprensione accurata dell'ADHD.

9. Chi ha l'ADHD è meno intelligente

Uno dei miti più dannosi riguardo all'ADHD è l'idea che le persone affette da questo disturbo siano meno intelligenti rispetto agli altri.


Questo è un fraintendimento profondo e ingiusto che va smentito categoricamente.

L'intelligenza è una caratteristica complessa e multifattoriale che non è legata al fatto di avere o meno l'ADHD.


L'ADHD è un disturbo che influisce sull'attenzione, l'impulsività e la gestione delle emozioni, ma non riflette in alcun modo il potenziale intellettuale di un individuo. La chiave sta nel riconoscere che le persone con ADHD possono avere bisogno di strategie e supporto specifici per liberare il loro pieno potenziale.


La credenza che l'ADHD sia sinonimo di una minore intelligenza è totalmente errata e dannosa.


10. E’ una moda passeggera


Una delle percezioni errate che circolano è l'affermazione che l'ADHD sia una moda o una diagnosi alla moda. Queste credenze non potrebbero essere più lontane dalla verità.


L'ADHD è una condizione ampiamente riconosciuta dalla comunità scientifica e medica. La ricerca scientifica ha confermato l'esistenza dell'ADHD attraverso studi neurologici, strutturali e genetici.


Questi studi dimostrano che il cervello delle persone con ADHD funziona in modo diverso, con evidenti differenze nella struttura cerebrale e nei neurotrasmettitori rispetto a un cervello neurotipico.


Sostenere che l'ADHD sia una moda o una diagnosi alla moda minimizza la complessità di questa condizione e chi ne soffre.



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